Con questo nome viene abitualmente intesa tutta la vasta zona posta a cavallo fra la Valtellina e la Valcamonica, che ricade principalmente sul territorio di Monno. Ciò è dovuto specialmente alla denominazione del passo vero e proprio, posto a 1896 m s.l.m., che in realtà non corrisponde a quello oggi carrabile, ma è collocato al culmine di una stretta gola oggi poco visibile e conosciuta. Da questo passaggio transitava l’antica mulattiera selciata che saliva fino alla località “Seràda” per poi scendere in Valtellina. L’ampia zona del Passo della Foppa (1852 m s.l.m.), decisamente più agevole da raggiungere, è di fatto oggi il vero passo carrozzabile in quanto qui convergono le strade provenienti da Monno, da Aprica – Trivigno e da Mazzo – Grosio. Il passo del Mortirolo fu per secoli, forse per millenni, un transito privilegiato tra la Valtellina media-superiore e la Valcamonica. I racconti, le leggende, le numerose tracce storiche confermano un flusso di persone, merci, ma anche di culture e tradizioni assai più intenso di quanto oggi si potrebbe credere. In modo più accentuato dopo la costruzione della strada dell’Aprica voluta dal governo austriaco, questo territorio cadde in un quasi completo oblio, appartato anche dalle correnti del turismo di massa nazionale. Eccezione è fatta per il periodo della Prima Guerra Mondiale, durante la quale militari e paramilitari costruirono nuove strade, accampamenti, trincee e forti (ancor oggi ben conservati e visitabili) che non vennero però interessati direttamente dalle operazioni belliche, in quanto costituenti il caposaldo delle linee difensive di retroguardia. Nel 1944 e 1945 il Mortirolo fu il teatro dell’intrepida lotta partigiana delle Fiamme Verdi contro le truppe tedesche e della Repubblica di Salò. Si scrissero lassù le più belle pagine d’eroismo della Resistenza camuna e si combatterono alcune fra le più importanti battaglie campali del movimento resistenziale nazionale. Solo nel 1980, grazie al ripristino di viabilità risalenti alla Prima Guerra Mondiale e con l’apertura delle nuove strade asfaltate per Monno e per Mazzo, compresa la variante per Grosio, ma soprattutto dal 1990, con il passaggio di alcune fra le tappe più belle ed avvincenti del Giro d’Italia, il Mortirolo è diventato famoso in tutta Italia, assurgendo ad una notorietà di livello internazionale.